La medicina omeopatica, contrariamente a quanto molti pensino, è nata in Occidente e si fonda su principi risalenti alla medicina ippocratica. Ma cos’è l’omeopatia e quali sono i principi su cui si basa?
La comunanza dell’omeopatia con le medicine orientali come quella antica cinese o l’ayurveda è dovuta alla filosofia olistica che ne sta alla base. Tutte queste scienze infatti studiano la persona, non come un mero insieme di parti fisiche, ma come un tutt’uno: corpo, mente e spirito.
L’omeopatia come la conosciamo oggi è il frutto di innumerevoli trasformazioni. Nei secoli si sono susseguite diverse scuole e tuttora molte nuove correnti stanno prendendo forma.
I PRINCIPI DELLA MEDICINA OMEOPATICA CLASSICA
Ma quindi cos’è l’omeopatia? È difficile districarsi tra tutte queste informazioni. L’omeopatia in effetti, pur essendo sulla bocca di tutti, resta sconosciuta nei suoi veri principi e oggigiorno si tende a definire omeopatico qualsiasi utilizzo di farmaci preparati con il processo di diluizione e dinamizzazione, ma non è così. Affinché una terapia omeopatica sia efficace il farmaco deve essere prescritto secondo determinati principi.
In questo articolo vi voglio parlare quindi dei principi della medicina omeopatica classica, definita anche Hahnemanniana dal nome del medico tedesco Samuel Hahnemann (1755– 1843) che ne ha formulato e sistematizzato i principi nel 1800.
È l’omeopatia che ho appreso dal mio Maestro Dott. Ghrewati, che a sua volta è stato allievo del Prof. Negro, e che pratico da più di 10 anni con meravigliosi successi e molta soddisfazione.
A fine lettura avrete gli strumenti per valutare se una terapia omeopatica che vi hanno consigliato sia valida o meno.
La medicina omeopatica classica è definita anche unicista, con questo termine si indica che la terapia indicata è sempre un solo farmaco selezionato in modo mirato proprio per quel malato che presenta quel determinato quadro globale di sintomi.
1) La forza vitale
La forza vitale o energia vitale o è quella forza vivificatrice e unificatrice che rende il nostro organismo un’unità vivente, un individuo unico e irripetibile. In parole semplicissime è la differenza tra un vivo e un morto: chi è morto ha tutte le componenti chimico fisiche presenti ma non ha forza vitale.
L’organismo materiale senza forza vitale è incapace di alcuna sensazione, attività e autoconservazione. Perciò le funzioni di questa energia sono di mantenere le funzioni vitali, permettere di percepire il mondo attraverso i sensi, permetterci di svolgere attività, difenderci dalle forze patogene esterne, mantenere l’armonia tra mente e corpo.
“Nello stato di salute la forza vitale, domina in modo assoluto e dinamico il corpo materiale e tiene tutte le sue parti in meravigliosa vita armonica di sensi e attività, in modo che il nostro intelletto ragionevole si possa servire liberamente di questo strumento sano e vitale per gli scopi superiori della nostra esistenza” (S. Hahnemann)
La malattia inizia da una perturbazione di questa forza e i farmaci omeopatici ripristinano la salute proprio grazie alla loro azione dinamica sulla forza vitale. È per questo che si dice che stimolano le difese naturali già esistenti in noi potenziandole e permettendoci di superare le malattie.
2) La totalità dei sintomi
Ogni farmaco ha un’azione sul nostro organismo, ha la capacità di modificare la forza vitale e di produrre degli effetti di malattia o di guarigione. Questa azione, essendo la persona un’unità psico-fisica, è sempre globale e si espliciterà su tutte le nostre funzioni.
La classificazione tra effetti desiderati ed indesiderati è una convenzione: il farmaco agisce sempre globalmente, la differenza risiede in come viene impiegato dalla scienza medica. La medicina convenzionale usa la sostanza per un solo effetto su una determinata parte del corpo e tutti gli altri sono da considerarsi effetti avversi, la medicina omeopatica invece impiega il farmaco per la sua azione unitaria e contemporanea su tutte le sfere dell’attività vitale.
Scegliere di debellare uno o pochi sintomi significa di fatto sopprimerli senza curare la causa sottostante di malattia. Sopprimere un’eruzione cutanea con il cortisone può portare nel bambino a sviluppare asma, perché l’organismo non potendo più usare il canale di espressione della pelle, trova un altro modo per manifestare il disturbo, di solito più grave del precedente. L’intervento chirurgico per rimuovere una malattia che si manifesta attraverso l’ovaio può facilmente generare problemi all’ovaio controlaterale o ad altri organi interni.
Al contrario, la guarigione profonda e duratura avviene quando la totalità dei sintomi viene indirizzata con un solo farmaco che possa agire in modo sinergico su tutti i distretti del corpo e sulla mente.
Il farmaco omeopatico viene prescritto sulla totalità di sintomi che presenta il malato in quel determinato momento, tenendo conto della sua costituzione, dei suoi sintomi generali e di quelli specifici.
Più si prende una totalità di sintomi completa e più l’azione del farmaco sarà profonda e duratura e quindi anche la guarigione e non si ripresenteranno più gli stessi sintomi.
In caso di patologie acute es influenza, cistite, polmonite etc si prende una totalità di sintomi più piccola, ma sempre una totalità, mai un sintomo solo.
3) Il principio della similitudine – Il simile cura il simile nell’omeopatia
Il medico convenzionale sceglie di indirizzare un disturbo con un farmaco che agisca contro al sintomo che si presenta. Per la febbre darà un ANTIpiretico, per l’infezione batterica un ANTIbiotico, per l’infiammazione l’ANTIinfiammatorio, per il dolore l’ANTIdolorifico e così via. Se la malattia è data da una funzione corporea in deficit si darà un farmaco che integri dall’esterno tale funzione per esempio l’ormone tiroideo in caso di ipotiroidismo. In poche parole si dà una medicina che si sostituisce alla funzione del corpo in quel momento insufficiente oppure si sopprime un’attività in eccesso.
La medicina omeopatica invece agisce stimolando la funzione dell’organismo e aumentandone le difese naturali. Il corpo detiene in sé le risorse che lo porteranno alla guarigione e queste difese vanno mobilitate attraverso un farmaco che sia in grado di sollecitare i meccanismi di autoguarigione.
Per fare questo il medico omeopata sceglie una medicina secondo il principio della similitudine. “Il simile cura il simile” significa che per curare i sintomi di una persona malata, si usa una sostanza che causerebbe sintomi simili in una persona sana.
Per esempio se somministriamo atropa belladonna ad una persona sana svilupperà dei sintomi quali dilatazione delle pupille, gola secca e rossa, lingua “fragola”, tonsille ipertrofiche, rosse, dolenti, angina con rossore, cefalea pulsante, febbre alta con sudorazione, a volte con delirio e immagini spaventose. Se ritroviamo gli stessi sintomi in un paziente somministrandogli la belladonna in dosi omeopatiche il paziente guarisce.
4) La minima dose – diluizione e dinamizzazione
Il rimedio in omeopatia deve essere:
- derivato dai 3 regni della natura (minerale, vegetale, animale)
- preparato attraverso un processo di diluizione e dinamizzazione
- sperimentato sull’uomo sano
Il principio della minima dose nasce per evitare un peggioramento dei sintomi. Il farmaco prescritto secondo il principio della similitudine è una sostanza che in dosi maggiori provocherebbe gli stessi sintomi che presenta il malato. È necessario scegliere la minima dose possibile per portare alla guarigione senza aggravamento.
I farmaci più sono diluiti e dinamizzati più agiscono a livello energetico profondo quindi psichico. I farmaci in meno diluiti si usano per i problemi più acuti e superficiali.
5) La sperimentazione dell’omeopatia pura sull’uomo sano
I test clinici dei farmaci omeopatici sono fatti in prima istanza su persone sane per vedere qual è il quadro morboso di ogni sostanza, lo stesso insieme di sintomi che poi quella sostanza potrà curare. I farmaci sperimentati sono migliaia e i risultati di questa sperimentazioni sono poi riassunti e raccolti in manuali diagnostico-terapeutici chiamati materie mediche omeopatiche.
6) La cura costituzionale o del terreno di base nella omeopatia
Alla base della medicina omeopatica risiede il concetto di “costituzione”. Si tratta dell’insieme delle caratteristiche strutturali fisiche dell’individuo, ma anche della sua personalità e predisposizione ad ammalarsi in certi distretti piuttosto che altri. Questa struttura psicofisica dell’individuo è determinata dall’interazione di fattori ereditari ed acquisiti e si manifesta attraverso sintomi mentali e fisici caratteristici.
Sono molto diverse le persone calorose o freddolose, esili o robuste, ordinate o disordinate, di umore stabile o variabile. Ciascuno segue in salute e in malattie le tendenze tipiche della propria natura per esempio il desiderio di certi cibi, l’intolleranza all’umidità o alla secchezza, il bisogno di isolarsi o di essere consolati, la tendenza all’ira, alla malinconia o alla paura.
La costituzione è anche definita il terreno di base della persona sul quale si possono instaurare determinati tipi di disturbi più o meno facilmente.
Se per esempio si tende ad avere sempre lo stesso disturbo cronico o ricorrente (che sia bronchite, asma, ulcera, candida, allergia etc) è fondamentale riequilibrare il substrato su cui questo problema continua a presentarsi. Significa che il nostro corpo non ha mai superato lo squilibro alla base e continua ripetutamente a manifestarlo.
Un’infezione ricorrente può essere paragonata a una palude infestata dalle zanzare: se uccido le zanzare con un potente insetticida risolvo provvisoriamente ma queste continueranno a riprodursi nella palude, se invece bonifico il terreno risolverò la questione alla radice.
In modo simile la cura omeopatica costituzionale è la cura del terreno di base della persona che rinforzando la sua struttura costituzionale, aumentando le sue difese e armonizzando le funzioni del corpo le permette di superare la malattia in modo duraturo.
La cura costituzionale consiste in un farmaco selezionato in base ai sintomi più distintivi che sono veramente caratteristici del paziente ed è quindi fondamentale per guarire da patologie croniche o ricorrenti, per aumentare le difese immunitarie, per sostenere la funzionalità ottimale del nostro organismo e per riequilibrare gli stati d’animo e le emozioni alterate. Anche in assenza di patologie croniche la cura costituzionale aiuta a raggiungere una salute e un funzionamento ottimali e in questo modo prevenire l’insorgere di malattie.
In omeopatia classica Hahnemann spiega questa predisposizione congenita costituzionale formulando la teoria dei miasmi. Approfondiremo questo argomento in un altro articolo, ma vi anticipo che i miasmi sono proprio la tendenza originaria della persona a un peculiare tipo di malattia, secondo la sua costituzione. Hahnemann identifica tre miasmi: la “psora” tipica delle costituzioni che tendono al deficit delle funzioni, la “sicosi” ovvero la tendenza all’iper-funzione e all’eccesso e la “sifilide” ovvero la tendenza all’autodistruzione sia fisica che emotiva.
7) Le 3 leggi di guarigione o leggi di Hering
“Ogni guarigione comincia dall’interno e procede verso l’esterno, dalla testa verso il basso, e in ordine inverso da com’erano apparsi i sintomi o erano stati soppressi” (C. Hering)
Le leggi di Hering mostrano la modalità con cui l’organismo va incontro alla guarigione.
La guarigione seguirà un decorso:
- Dall’interno verso l’esterno: guariranno per primi gli organi interni e per ultimi gli organi a contatto con l’ambiente esterno. Significa che dobbiamo permettere al corpo di depurarsi eliminando le tossine. Si devono risolvere per primi i sintomi più gravi che colpiscono gli organi vitali ed è necessario favorire l’azione degli organi emuntori, evitando assolutamente di sopprimere le secrezioni verso l’esterno. In pratica guarirà prima un disturbo al cuore, al fegato o ai reni e per ultime le patologie della pelle.
- Dall’alto verso il basso: per primi scompariranno i sintomi nella parte alta del corpo e progressivamente quelli nelle parti inferiori.
- In ordine inverso di comparsa dei sintomi: gli ultimi sintomi comparsi saranno i primi a scomparire. Durante una cura omeopatica efficace dopo aver risolto ii sintomi più recenti è possibile che ricompaiano vecchi sintomi che il paziente invece di curare aveva soppresso o sui quali aveva accumulato altre problematiche senza risolvere il disturbo alla radice. In questo caso si ha la possibilità di riequilibrare anche i vecchi disturbi e risolverli in modo profondo e duraturo.
Bibliografia:
- Hahnemann, S.C.F. (1985). Organon dell’arte di guarire. Como: edizioni Red.
- Kent. T.J (1900). Lectures on Homeopathic Philosophy. Berkeley: North Atlantic Books.
- Paschero, T.P., (2003). Il pensiero e gli appunti di pratica omeopatica. Padova: Salus Infirmorum.